Concorso di poesia – I edizione – a.s.2020-2021
Si è svolta quest’anno la prima edizione del concorso di poesia “Son forse un poeta?” che ha visto la partecipazione di 35 alunni della scuola secondaria (Plesso Alberghi).
Il concorso è stato organizzato dalle Docenti di Lettere e si iscrive nel percorso laboratoriale di lettura e scrittura intrapreso già da qualche anno. La forte adesione all’iniziativa ci ha dimostrato come la poesia e il suo linguaggio, che talvolta sembrano così lontani ed “inutili”, siano ancora un “luogo” frequentato e un necessario strumento di conoscenza e espressione, soprattutto per i ragazzi.
Membri della giuria: Prof.ssa Sabrina Bassini, Prof.ssa Gaia Incerpi, Prof. Vincenzo Malerba.
Per la manifestazione conclusiva, un ringraziamento alla Prof.ssa Rosanna Magrini, al prof. Giovanni Chiavacci e al Prof. Alberto Franceschi.
5 giugno 2021 – Evento conclusivo con la premiazione dei vincitori
Foto del Prof. Gabriele Grandi.
Prima classificata – Martina Coggiola, 3H
I miei occhi risplendono
nel tuo abbagliante tramonto
con la tua sabbia umida,
con le tue onde al largo increspate,
con la tua placida riva,
sei per me fonte di gioia
tu
sconfinato mare.
Motivazioni della giuria
Componimento di 8 versi con un’alternanza di versi lunghi e brevi molto irregolare, ma che trova la sua giustificazione sia da un punto di vista contenutistico (l’immensità e l’eterno moto del mare non possono essere inquadrate in una struttura simmetrica), che da un punto di vista grafico (se guardiamo il contorno destro del componimento, sembra mimare la forma che assumono le onde del mare nella battigia, prima che la sabbia prosciughi l’acqua, quasi un calligramma …).
Il componimento comincia con un distico che privilegia l’aspetto visivo gli “occhi”, che “risplendono” in un “abbagliante” tramonto.
Si apre poi una terzina punteggiata dall’anafora della preposizione “con”, che come un aritmetico “+” aggiunge dei particolari e degli attributi alla scena, nei primi due versi tattili (“umido”, “increspato”), nel terzo verso uditivi (“placida”).
Il verso successivo, forse il più prosaico, funge da cerniera per il gran finale che interiorizzerà in un sentimento quanto fino ad ora descritto. Con grande maestria l’immensità del mare diventa piccolissima per essere accolta all’interno del soggetto, si comprime nel verso monosillabico rappresentato dal solo pronome personale, che come un punto si insinua all’interno dell’io poetico per poi esplodere in tutto la sua mole sconfinata nell’ultimo verso, come esplode una gioia improvvisa.
Secondo classificato – Pietro Ballerini, 3E
La debolezza è crescita
Crescere, raggiungere la vetta e cadere
Come carta s’una terra di scirocco
L’umano si rende fragile
E si gusta il dolce dono.
Motivazioni della giuria
Il componimento è costituito da una quartina, formata da due distici:
- il primo distico di versi lunghi, caratterizzati dall’allitterazione delle consonanti “c” e “r” , suoni aspri e duri, che indicano tutte le difficoltà del processo evolutivo, tema con cui si apre il componimento; sempre riguardo ai suoni da notare l’onomatopea della parola “scirocco”, che riproduce il suono del vento.
- il secondo distico è formato da versi brevi, il primo dei quali termina con la parola onomatopeica “fragile” e il nesso “s’u”, che richiamano il fruscio della carta in balia dello scirocco evocata nel verso precedente; il secondo verso invece diventa più rotondo e riempie il palato che “gusta” con le vocali “u” e “o” e le consonanti “g”, “d” il “dolce dono” (da notare anche qui l’allitterazione della “d”), una fragilità quindi che non spaventa ma che paradossalmente ci inebria come un cibo gustoso.
È un componimento che nel suo complesso risulta molto curato dal punto di vista del contenuto, della struttura, del ritmo e della musicalità.
Terzo Classificato – Lorenzo Pagni, 2F
Credo ad ogni lieto fine
Egli si sentiva come in un viale vuoto
solo il silenzio faceva rumore
e il suo tacere discuteva per lui
il ricordo della felicità era lui remoto.
Reputava inutile continuare a camminare
ogni passo determinava di più la sua sconfitta,
tagliatosi fuori dal mondo era invano provarsi a integrare
ed era la sua esistenza ad esserne convinta.
Si sentiva nato per essere solo,
io non credo fosse così,
grazie a lui credo ad ogni lieto fine,
conobbe veri amici e il viale della solitudine finì.
Motivazioni della giuria
Da un punto di vista formale un componimento senza dubbio più difficile. Più difficoltoso è sorvegliare la forma delle tre quartine, più difficoltoso è seguire il dipanarsi del pensiero, che diventa tortuoso e in salita come ogni via che porta ad un “lieto fine”, meta dell’io poetico che sceglie di poetare in terza persona per delineare l’exemplum di cui si è servito per trovare la via d’uscita dal viale della solitudine.
Il silenzio domina la prima quartina, un silenzio che riempie il nulla di un viale vuoto di cui si parla nel primo verso; un viale che si cerca di percorrere nella seconda quartina, anche quando percorrerlo vuol dire procedere verso un non luogo che è l’esclusione, il cui risultato aritmetico è la non-integrazione.
Siamo tutti pronti a trarre le terribili conseguenze di questa traversata del deserto (“esserne convinta” v. 8; “si sentiva nato per essere solo” v. 9), invece come in ogni fiaba arriva il “lieto fine”, che nel secondo e nel terzo verso dell’ultima quartina viene certificato in prima persona dall’io poetico, che inaspettatamente diventa personaggio e non più spettatore di questa fiaba (“io non credo”, “grazie a lui credo”vv. 10- 11), fino allo sciogliersi di tutta la tensione nell’ultimo verso, una variazione del più abusato e del tanto sospirato “e vissero tutti felici e contenti”.
Menzione speciale – Sara Bartolini, 3H
Il tramonto
Il sole tuffandosi nel mare delinea l’orizzonte.
Sullo sfondo l’onda spumeggiante
si riversa sullo scoglio tagliente.
Il cielo colorato e ombreggiato
lascia un pensiero confuso e indefinito
il ricordo di un istante.
Motivazioni della giuria
Poesia ambiziosa che vuole descrivere un fenomeno ottico che dura pochi istanti, il cosiddetto ‘raggio verde visibile quando il Sole, all’alba o al tramonto, crea una sottile striatura luminosa dal colore verde che dura pochi istanti.
Ed è proprio questa linea verde fulminea che racchiude e marca l’orizzonte ad essere evocata nel primo verso, il più lungo di tutto il componimento, che tende la mano all’altro verso lungo del componimento, il penultimo, dove ciò che era delineato dopo pochi istanti è diventato ormai confuso.
Tra questi due versi che racchiudono un attimo fulmineo c’è l’ eterna forza della natura che tutto smussa e tutto trasforma. Niente è cosi nettamente marcato, delineato e separato nel nostro universo, tutto è collegato e connesso, ogni cosa sfuma e tende la mano a ciò che le è più vicino. Non appena disegnato questo raggio verde, comincia ad essere preda di questo ciclo:
- in basso comincia ad essere sfumato dalla spuma dell’onda che si riversa sullo scoglio tagliente (anche questo destinato ad essere smussato sempre dall’azione stessa del mare) vv. 3 e 4
- In alto diventa chiaroscuro grazie all’immensità di un cielo ombreggiato che lo fa diventare un ricordo confuso e indefinito, il ricordo di un istante, come si chiosa nel verso finale.
Premio della critica – Davide Tuccori, 2E
Città
Luci nello sconfinato buio della notte
non luci qualunque, non luci remote
luci di una città che non si vuole addormentare.
I grattacieli svettano in tutta la loro altezza
bucano confini
verso l’infinito
aprono destini.
Persone corrono
non si sa dove
auto sfrecciano altrove.
Tra strade, piazze e fontane
la città dona carezza
mentre rimane indifferente al boato dei tuoni
e della mia mente.
Premio Adolescenza – Giulia Biondi, 3F
Memoria Circolare
Dell’infanzia ti resta ormai un’antica memoria vissuta
adesso sei di fronte al tuo corpo che muta.
Cerchi le carezze nelle mani alle tue più simili
quelle stesse che tanto disprezzi durante i litigi.
Nell’adolescenza capisci che ogni parola si staziona nella testa
e soprattutto che più tenti di scacciarla più quella resta
perché apprendi che è questa la realtà contorta delle parole:
sono dei proiettili nel cuore
sia usandole per odio, che per amore.
Curioso pensare che dell’adolescenza non capirò mai niente
mi resterà col tempo solo un’antica memoria in mente.
Premio Bacio Perugina – Emma Vannoni, 3H
Tramonto
Mi riscaldo con i tuoi raggi
che lentamente se ne vanno,
Il cielo azzurro diventa arancione
e le nuvole sembrano sembrare
più morbide.
Il fruscio fra i rami
Si confonde col traffico delle auto
ma tutto viene interrotto
dalle urla silenziose degli amici
Premio Attualità – Marina Spillmann, 3H
Quella piccola finestra
Da quella piccola finestra lei poteva vedere il mondo.
Lei con il cuore a pezzi,
che osservava le luci e i palazzi che toccavano
un cielo coperto di nuvole
nere
come i suoi pensieri da quando lui non c’era più.
E mentre la pioggia da quella piccola finestra scendeva
un’altra lacrima amara dal suo volto cadeva.
Premio Sorriso – Patrick Borcea, 2H
La mattina di buon ora
ci alziamo presto
per andare a scuola,
arriviamo
stanchi e freddi,
ma entriamo tutti contenti
e se facciamo un po’ di rumore
si arrabbia il professore-
Il bidello stanco ma contento,
suona presto il campanello,
così finisce la lezione
e facciamo ricreazione.
Premio Filastrocca – Nicole Conti, 2E
Paesaggi
La brezza del mattino mi sveglia,
non è ancora suonata la sveglia,
mi affaccio alla finestra e il vento mi scompiglia,
inizia una nuova giornata in famiglia.
È una bella giornata assolata,
davanti a me una montagna innevata,
nei verdi prati la marmotta innamorata,
aspetta la foto immobilizzata.
Inizia la camminata,
nei verdi sentieri,
di una montagna poco prima innevata,
senza pensieri.
Le mucche libere di mangiare,
ci guardano senza indugiare,
noi continuiamo a camminare,
sorridere e chiacchierare.
Il giorno sta finendo,
felici e stanchi noi stiamo rientrando,
di questa montagna mi sto innamorando,
e piano piano nel mio letto mi sto addormentando.
COMPONIMENTI PRESENTATI
Giorgia Guastapaglia, 2H
La collina
Curva e ondeggiante è la collina
con sfumature di verde
che delineano il suo confine.
Grandi chiome e frondose
la separano dall’azzurro del cielo
in cui nuvole bianche si intrecciano come gomitoli di cotone.
Lungo la sua discesa a valle
il verde che a giallo è tendente
circonda gli appuntiti cipressi.
Qua e là sorgono case dall’acceso colore
a tratti nascoste da un velo di fumo
che da un camino proviene.
Fabio Bendinelli, 3H
Sole
Tu mio sole
che illumini il mondo
Senza di te
sarebbe tutto
notturno
Gaia Capitani, 3H
Poesia
Batuffolo
la neve copre tutto
Luce
illumini d’immenso
Verde
rinascerà il tuo colore luminoso
Sorgi come una delle cose più belle
Perché muori in silenzio?
Davide Baldaccini, 2E
Incompreso
Ti modellano come l’argilla,
ti spostano come il vento,
ti urlano come a un sordo,
ti giudicano come se sbagliassi.
Ti guardano crescere come un uccellino,
ti vorrebbero spezzare come un rametto,
ti vorrebbero sottomettere come un prigioniero,
ti criticano tanto per parlare.
Ti hanno sempre sottovalutato,
ti hanno visto come volevano,
ti credono debole ma non lo sei.
Ti credono incapace ma sei in gamba,
ti credono piccolo ma sei cresciuto,
ti credono vinto ma tu sei il VINCITORE.
Martina Cappelletti, 3H
Vedo una scia rossa passa con allegria
insieme ad una arancione piena di
armonia.
Il cielo si fa più chiaro con il giallo,
e tutto questo mi porta una grande emozione.
Tutto questo è molto bello
perché riprende i colori del pastello.
Pietro Genchi, 3H
La ricerca
Un cielo rosso fragola
si specchia su un mare agitato
che vuole solo liberarsi
dalle grida del vento infernale.
Rimpiange tanto il vecchio ed educato venticello
che ora improvvisamente
è stato come posseduto:
che male ha fatto?
che ora improvvisamente
s’è fatto più forte e ottuso:
che male ha fatto?
che ora non prova più pietà:
che male ha fatto?
Forse, e dico forse, cerca qualcuno che l’ami?
Tu, vento con il cuore spezzato
ti scarichi rabbioso sul calmo mare
ma ci sarà sempre qualcuno che ti aspetta
piccolo, giovane e incompreso vento
Perché la vita soffia oltre la rabbia
soffia oltre la frustrazione,
soffia oltre la sofferenza.
Cerca la gioia nel perdono,
la speranza nella passione,
la comprensione nella pace.
Aurora Nicastro, 3H
La collina
Quel suono gradevole
che viene dagli alberi
alberi tristi
alberi spogli
alberi nati e morti sullo stesso prato
Valentina Pierotti, 3H
Seduta sulla sabbia
schegge di onde azzurre
si scagliano sugli scogli,
il sole tramonta
e lentamente questa magia
sta finendo.
Gabriele Dinoia, 2E
Ma quale sarà la verità?
Si nasce con forza
si cresce con fragilità.
Ma quale sarà la verità?
Con forza l’uomo,
spinge per nascere.
Con forza la pianta,
spinge per emergere.
Si cresce e la forza diminuisce
e dà posto alla fragilità,
che pian piano trasparisce.
Ma quale sarà la verità?
Forza è il contrario di fragilità?
Sarà questa la realtà?
Lisa Fornari, 2H
Amicizia
L’amicizia è stare insieme
perché ci vogliamo bene
senza far finta.
È stare accanto nel momento del bisogno,
è capire quando siamo confusi,
è stare in silenzio quando non è il momento di parlare
è complicità, divertimento, allegria, rabbia, spensieratezza.
Emma Romoli, 3H
Poesia
Un immenso paesaggio e
un immenso prato di mille colori,
me circondano.
Alberi ormai spogli,
occupano ogni mio spazio
e come una ragnatela
mi riempie la mente
di mille ricordi.
Andrea Silvestri, 3H
la tua vita è giovane
il tuo sentiero lungo
e ripido
tra i tuoi paesaggi
e i tuoi colori
da lassù e laggiù
guidami fin quaggiù
Alessia Bianucci, 2H
L’arte di essere fragili
Spero che un giorno riuscirò a fuggire da qui
Anche se ci vorrà una, tutta la vita,
ho bisogno di un posto dove nascondermi
voglio sentirmi viva ma non riesco a combattere le mie paure.
Matteo Celli, 2H
Luce e ombra
Mi affaccio alla finestra per ammirare il paesaggio,
il sole che scalda il cielo con il suo ultimo raggio
vedo la pandemia che sta colpendo,
morti che vanno crescendo e persone che non stanno vivendo,
passeggiate con gli amici ridotte;
sembra una buia grotta nel cuore della notte.
Sara Del Bianco, 2H
La mia classe a rotelle
La mia classe a rotelle, il cielo di un deserto,
viaggiatore sopra il terreno di un mondo non voluto,
ma con la speranza di gocce d’acqua cadute dalle nubi.
La mia classe a rotelle, un oceano immenso,
che nasconde i suoi abissi oscuri,
ma che custodisce la vita dei pesci.
Simone Del Bianco, 2H
Quel paesaggio
Quel paesaggio è davvero fantastico
Ogni volta che lo guardo divento uno spettatore entusiastico
Quel paesaggio esprime emozioni
Piene di amore e di allusioni.
Quel paesaggio sembra incantato
Con animali e piante che rimani abbagliato
Quel paesaggio ti porta via,
Quel paesaggio è casa mia.
Andrea Del Vecchio, 2H
Un mare d’autunno
Tanto solitario e riflessivo appare
senza afa e senza rumore
col tramonto e nostalgia
Così corte e monotone
sono le giornate in confronto
alla bella stagione, Perché neanche
alle cinque il cielo è già arancione
Così mite e calmo è il mare
mentre tra sassi e sterpaglie si cammina,
almeno prima che la tempesta irrompa
e trasformi il mare in una grande onda
Vittoria Lombardo, 2H
Più cresciamo
e più la nostra mente
si riempie di pensieri
che a volte non sono poi così
sereni,
Siamo sempre sospesi
su un filo in bilico,
pronti a crollare,
ma per mantenere l’equilibrio,
a combattere contro la vita
dovrai imparare.
Dario Papini, 3H
Il mio mondo in cameretta
Che strano crescere, a momenti sei felice,
a momenti sei arrabbiato ma mi chiedo da
da cosa è dato?
Forse la mamma non capisce, forse la sorella
è un po’ troppo monella, o forse sono io
l’essere strano? Non so forse un alieno?
O forse un valoroso scudiero?
Sono sempre a ribellarmi con quelle strane sensazioni
ma che strane le emozioni! Urlo piango e rido e penso che forse
il mondo non fa così schifo!
Ma c’è un angolo che quando mi sento un po’ ballerino
mi consola, mi fa sentire al sicuro, posso togliermi
l’armatura e lì la vita è meno dura!
In quel posto nessuno ha fretta… è la mia cameretta!
Nico Rossi, 2H
Paesaggi
Quando penso, mi vengono in mente molti paesaggi
a volte posti senza senso
e a volte posti che alla mia mente fan fare molti viaggi
ci penso e ci ripenso
non so che fare,
allora più intensamente provo a pensare
qualche rumore riesco ad udire
ma ancora niente che mi faccia capire
passano i minuti e sono ancora lì
in un posto strano, a casa
e poi penso di non dover essere qui
e poi mi ricordo che questa regione è stata invasa
mi viene in mente solo un posto dove vorrei tornare
un posto dove due anni fa era normale stare
quel luogo è molto speciale, penso a una sola parola
un posto molto bello, la scuola
Alexandra Zuccone, 2H
Crescere l’arte di essere fragili
il vero problema di crescere è non sentirsi compreso da nessuno
vorrei che quel vuoto di colore bianco
fosse chiuso da un colore
che aggiunga in me un po’ d’amore
amore che mi donano tutte le persone che mi stanno a fianco
che riescono sempre a dipingere quel bianco.
Matilde Menegazzo, 3F
Vivere davvero
L’epoca nella quale si poteva andare fuori
dove tutto sembrava rosa e fiori
adesso è lontana come l’inizio delle favole,
lì le persone non dovevano subire regole
e potevano abbracciarsi
senza paura di contagiarsi.
Adesso tutto questo sembra oro
e pagheremmo assai per tornare come coloro
i quali non avevano paura
e non dovevano rispettare la misura
che distanzia le persone a noi più care
che vorremmo solo ritoccare.
Ma ora fare questo è impossibile
speriamo che ritorni al più presto accessibile.
Francesca Michelotti, 2F
Dall’estate all’inverno
Seduta su una panchina,
con il volto un po’ abbassato,
guardando la cascata
ed il paesaggio mozzafiato.
Non ne posso fare a meno,
di un bel tramonto estivo,
con tutti i suoi colori,
a partire già dal mattino.
Ma poi c’è anche l’inverno,
con quel bel manto bianco.
Gli alberi sono spogli,
sì, per far passare
quella striscia di sole,
che ti riesce a riscaldare.
Abdelali El Hakimy, 2F
Io
Io sono come un cavallo in una stalla rinchiuso.
Io sono come una lacrima che scende.
Io sono come un amico immaginario.
Io sono come un tiratore che fa il suo dovere.
Io sono come il cuore: batto molto forte.
Io sono come una volpe astuta e furba.
Io sono come il Sole che illumina il mondo.
Io sono come la stella cadente
che le persone vorrebbero vedere.
Io sono come un nastro di carta che si incarta.
Youssef Bendoula, 2H
La felicità del mare
Il mare è libertà,
cielo azzurro e acque limpide,
allegria di ombrelloni colorati,
la pace di un tramonto estivo.
Anche nel grigio
delle giornate invernali
il rumore delle onde
mi dà serenità.